Interporto di Civitavecchia: solo la
lotta paga!
Una prima importante vittoria degli
operai
di Leonardo Spinedi
La vicenda dei "corsisti di Civitavecchia" -
operai truffati dalla Regione con un corso di formazione professionale fittizio
organizzato con fondi europei, costretti a circa due anni di disoccupazione
forzata (che si sono tradotti in due anni di lavoro nero, sottopagato e senza
diritti sindacali) e infine privati del posto di lavoro che era stato loro
promesso - è arrivata ad un delicato punto di svolta: la Regione Lazio è stata
infatti costretta dalla pressione della loro lotta a decretare l'assunzione di
tutti i lavoratori a tempo indeterminato.
Questo ovviamente non significa che la vertenza sia chiusa, perché nei momenti
decisivi delle trattative i padroni sono i migliori professionisti
dell'imbroglio, e per questo è fondamentale continuare la mobilitazione finché
l'ultimo operaio non avrà firmato il contratto - che oltretutto il padrone
vorrebbe di livello inferiore alla qualifica professionale degli operai stessi;
tuttavia, si tratta certamente di una prima importante vittoria, che ci
suggerisce alcune riflessioni generali.
Lottando coerentemente, uniti ed
organizzati si vince
Cosa ha permesso a questi lavoratori di
ottenere questa vittoria? In realtà è molto semplice: la loro ricerca della
massima unità, lottando contro tutte le pressioni padronali che puntavano a
dividerli ed a metterli l'uno contro l'altro; la loro organizzazione democratica
e indipendente dai padroni in un loro organismo - il comitato dei
corsisti- dove discutere la linea da tenere a fronte dell'evolversi della
trattativa; e soprattutto, la loro capacità instancabile di dare continuità alla
lotta per il posto di lavoro, di non spegnere mai questa lotta, di non cedere
alle pressioni del padronato e delle istituzioni locali.
Si tratta di una
lezione semplice ed importantissima, patrimonio prezioso per tanti operai del
nostro paese che si trovano in condizioni simili: lottando coerentemente, uniti
ed organizzati si vince!
La loro lotta è la nostra
lotta!
A differenza della sinistra di governo - e
di qualche setta opportunista - non è nostra abitudine rivendicare meriti che
non abbiamo. Non ci vantiamo con argomenti falsi, non "mettiamo il cappello" su
nulla, e per questo diciamo che, pur avendo seguito da vicino e costantemente
questa mobilitazione, il merito di questa vittoria è innanzitutto degli operai,
non nostro. Possiamo dire, questo sì, di aver dato loro una mano: ci siamo
riuniti con loro, abbiamo dato il nostro contributo, abbiamo fatto arrivare a
sindacati e istituzioni locali delle lettere di solidarietà con questa lotta
firmate da dirigenti sindacali rivoluzionari spagnoli, brasiliani e inglesi che
probabilmente hanno contribuito a questo successo (a dimostrazione
dell'importanza che il lavoro internazionale ha anche nella militanza
quotidiana).
Quello che possiamo dire è che siamo orgogliosi di averli
aiutati e che, a differenza di altri, non ci aspettiamo nulla in cambio,
perché la loro lotta è la nostra lotta, è la lotta degli operai di tutti i
Paesi.
Quello che possiamo dire è che, a poche settimane dalla fondazione, il
nostro Partito non poteva conoscere "debutto" migliore: un debutto all'insegna
della lotta di classe, dalla parte giusta.
Viva la lotta degli operai
dell'interporto!